Prova a riflettere...
“Anonimato: in che modo secondo te si può agire in questo modo?”. “Che ruolo hanno i vari ragazzi nel video: ragazza (cybervittima), il ragazzo e la ragazza (cyberbulli), il ragazzo che non vuole condividere e che aiuta a spegnere il fuoco (sostenitore della vittima)”; “Riflettiamo sull’intenzionalità: avere davanti uno schermo invece che una persona ha degli effetti? Fa percepire meno il danno che si sta creando all’altro?” “Confrontando bullismo e cyberbullismo, secondo voi quale fenomeno provoca più sofferenza? Perché?”. Quando in classe un bullo se la prende con un ragazzo/a l’atmosfera diventa pesante: tutti i compagni, direttamente o indirettamente, ne subiscono delle conseguenze.
Vedere un gruppo prendere continuamente di mira alcuni compagni crea inquietudine e tensione. Capita di andare a scuola meno volentieri, di invidiare le classi più affiatate e con un migliore spirito di gruppo e di aver timore di tutte le occasioni di socializzazione tra compagni, come possono essere le gite scolastiche. Se alcuni compagni vengono tartassati, noi ci possiamo sentire in apprensione, possiamo vivere nella paura di diventare a nostra volta delle vittime, possiamo provare rabbia per via dell’arroganza dei bulli e sentirci in colpa perché non riusciamo a fare nulla. Quando una prepotenza avviene in classe infatti, è quasi impossibile non vederla. E i compagni sono costretti, anche inconsciamente, a decidere da che parte stare:
Stando zitto gli lascio campo libero, lo faccio sentire ancora più forte e popolare, così che, dal canto suo, lui non potrà far altro che continuare, probabilmente osando sempre di più. E in tutto questo la vittima? Se tutti stanno zitti si sente sempre più sola, magari pensa che, siccome nessuno la aiuta e la difende, allora davvero c’è in lei qualcosa che non va. È chiaro che non è semplice, ma ci sono tante cose che è possibile fare, senza né fare gli eroi, ma d’altro canto senza nemmeno subire in silenzio. Perché è chiaro che se non mi schiero con nessuno, sono anche io un po’ responsabile della brutta aria che tira in classe. |
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